L'indipendenza di Marrubiu

L'INDIPENDENZA DA TERRALBA
 
 
 
Marrubiu ottenne la completa autonomia nel 1948. Al fine di dare una precisa visione di questa importante parte della storia di Marrubiu, riporteremo le interviste fatte ai più noti testimoni della ribellione.
 
18 GENNAIO 1998
Intervista al Sig. Epifanio Deidda.
 
 
Il Sig.Epifanio puಠessere definito un estensore di molti atti del Comune di Marrubiu di cui trattiamo in questa vicenda. Poichè siamo convinti che ha molti ricordi, lo lasciamo parlare a ruota libera.
Vogliamo fissare la data esatta culminante con l'atto della restituzione dei documenti da parte del Comune di Terralba a quello di Marrubiu?
I documenti anagrafici, o meglio il servizio anagrafico è quello che in data 13 dicembre 1947 è rientrato a Marrubiu.
Per quanti giorni è durata la rivolta che ha preceduto quella data?
Dal 7 al 13, che era un sabato. E furono le autoblinde a portare i registri. Ma io partirei dal primo giorno, per narrare quello che accadde:
Già  dal primo giorno (il 7) la gente si svegliಠavvertendo un movimento insolito, gestito da un comitato promotore, di cui faceva parte l'Avv.: Piero Sotgiu, come consulente.
Questo Comitato, coadiuvato dai cittadini, mossi da un ideale a lungo covato, per riavere l'autonomia, fece in modo di ostruire le strade che portavano a Terralba e viceversa e quella da Marrubiu a Tanca Marchesa, e Arborea.
Praticamente i punti strategici erano due?
Erano due; uno all'altezza della casa del Sig. Cestaro e l'altro a circa 150 metri dalla casa del Sig. Mario Basciu, anche perchè i confini del paese finivano là e non esistevano costruzioni di fabbricati.
Tutti i cittadini si alternavano a fà re la guardia presso quei posti-blocco. Ma i Terralbesi per andare al monte, non avevano altre possibilità ?
Potevano passare per Is Narbonis, ma era molto più lungo.. Venivano controllati lo stesso?
Diciamo da parte di pattuglie volanti: ma il maggior controllo era concentrato nei posti-blocco. Loro non si aspettavano questa presa di posizione da parte dei Marrubiesi,pto che avevano la convinzione che i Marrubiesi non si sarebbero mai mossi in questo modQjnè sarebbero arrivati ad una simile protesta.
Non tardಠad arrivare a Cagliari la notizia, e la sera stessa del 7 dicembre 1947 vennero due Commissari prefettizi, meglio due commissari di polizia. Uno in veste di Commissario prefettizio, il Dott. Fulvio Savastano, delegato anche a reggere le sorti del Comune. L'altro Commissario di polizia era il Dott. Mereu, non ricordo il nome.
Questi si pose subito in contatto con me, che ero impiegato al Comune e mi chiese cosa sapevo della sommossa in atto, e si fece accompagnare da me al posto di blocco che porta alla strada di Terralba. Lଠtrovammo Sorrentino Orlando ed altri, che presidiavano il blocco.
Ma appena seppero dell'arrivo di questi Commissari, si misero a loro disposizione, anche per informarli dell'azione, allo scopo di richiamare l'attenzione delle autorità  provinciali e governative sulla faccenda dell'autonomia di Marrubiu.
Andammo poi alla strada della Tanca Marchesa, e li c'era un certo Spiga Giovanni, detto 'Burrubascu', che camminava là¬, avanti e indietro, come ad eseguire superiori e perentori ordini di consegna.
Il Dott. Savastano si incuriosi per l'atteggiamento di quell'uomo. Infatti, chiese chi fosse quel tipo del tutto simile, per atteggiamenti, ad un generale. Si trattava di un ex combattente, decorato con medaglia d'argento.
Il giorno successivo e il terzo giorno, cioè il 9 dicembre, ci fu una sommossa che portಠal blocco dell'erogazione della corrente elettrica per Terralba: una folla enorme si era recata presso la 'cabina', ma soprattutto di donne (Elisa Pia, Beata Canu, Zia Ersilia Usai, donna che 'pottada tiausu', cioè molto battagliera, ma anche molto civile, perchè con la sua parlantina coinvolgeva molto di più che con le azioni; Luigina Casti, ecc.)
Il cancello della cabina era chiuso con una catena: le donne riuscirono a sfondare il cancello; capo cabina era Ettore Mulas,, e costrinsero i funzionari a staccare la corrente. E' chiaro che quelli della cabina furono messi in imbarazzo.
E poi?
Siamo nel giorno 9 e 10: le sommosse continuarono. Si era vociferato di bloccare anche le ferrovie. Perಠnon successe niente. Continuಠla protesta, fatta lଠnei posti di blocco. Ad uno di questi si era presentato il Dott. Atzeni loele, medico, era stato anche Sindaco di Terralba. Aprirono il posto di blocco, perchè stava andando da un malato. Invece, non facevano passare le macchine, nè mi risulta che in quei giorni passassero dei carri, carichi di legna.
Si arrivಠal giorno 12. Venne il Prefetto, e insieme con il parroco, il delegato del Sindaco, andಠa Terralba.
Chi era il delegato del Sindaco?
Mi sembra che fosse Antonio Cuccu. E' da accertare. Comunque, Antonio Cuccu, Antonio Tore, Giovanni Atzori erano stati eletti, quando si fecero le elezioni e Marrubiu si rifiutಠdi votare, per cui furono mandati con i voti dei Terralbesi.
Quando?
Nel 1946; e Marrubiu non votಠper protesta. Dove si svolsero le elezioni?
A Marrubiu, presso il Municipio vecchio. Come dicevo, il Prefetto andಠa Terralba per sentire cosa intendesse fare. Terralba accolse il Prefetto con slogans, tipo:
'Foras is Marrubiesus, fuori tutti i Marrubiesi' E' vero che gli rovesciarono la macchina?
No. Misero in panne tutte e quattro le ruote. Riuscirono perಠa ripararle: rientrarono a Marrubiu. Il Prefetto restಠsconcertato. La folla di Marrubiu invase la piazza del Municipio per sentire cosa si era fatto.
Il Prefetto disse che le cose stavano degenerando, per cui, ognuno per la propria parte, si assumesse le proprie responsabilità , I Marrubiesi nel chiedere l'autonomia e i Terralbesi nel loro comportamento.
Aveva fatto anche sapere che il giorno dopo avrebbe mandato la celere, che era un reparto di polizia con autoblinde.
Quante potevano essere le autoblinde?
Mi ricordo che erano tre; qualcuno dice di più. Disse ancora il Prefetto: Domani le autoblinde devono trovare liberi i posti di blocco, altrimenti passate dalla parte del torto. Dimostrate di collaborare con la polizia, facendo questo gesto di liberare le strade di accesso.
E cosଠavvenne. Il giorno 13 arrivarono le autoblinde, e i poliziotti vennero accolti come i liberatori, nel senso che li vedevano andare a Terralba a prendere il servizio dell'anagrafe che per loro era l'autonomia.
Fecero dei festeggiamenti?
Li fecero in un secondo tempo.
Esisteva ancora il sabato fascista, per cui nessuno lavorava e nessuno andಠa scuola, essendo il giorno 13 un sabato?
Non ricordo. E' la gente che si rese libera. C'è da dire che i lavoratori dipendenti erano molto pochi. Si trattava di agricoltori e pastori, ecc.; potevano benissimo lasciare il lavoro.
Ma le scuole, erano chiuse?
Sà¬, le avevano chiuse, dati gli avvenimenti. Poi, si trattava di poche classi elementari, che erano presso il Municipio.
 
Tra le curiosità , c'è da rilevare che negli anni 1948/1950 chi arrivava con mezzo ferroviario dalla parte di Oristano o da Cagliari per scendere a Marrubiu, alla stazione trovava la scritta 'TERRALBA - ARBOREA - MARRUBIU', in ordine decrescente di caratteri. Anche i controllori dei vari treni o littorine, a quell'altezza cii tronco ferroviario, Km.76+819 - P.B 12 -'˜ avvertivano i passeggeri pronunciando la stessa scritta.
Chi negli anni ha raccontato la storia dell'autonomia, anche per sentito dire, non ha mai mancato di rimarcare come punti salienti: la restituzione da parte di Terralba scritta 'Marrubiu - Terralba - Arborea', com'è attualmente e, nei giorni di sciopero, il blocco maggiore stradale attuato con un 'sacro' tronco: un tronco di pioppo (Tinarbu = di legna bianca, da 'populus alba', pioppo bianco). Quest'ultima convinzione puಠritenersi archiviata, poichè era stato adoperato un lungo tronco di eucalipto, ricoperto con fronde di pioppo. E fu questo particolare che indusse la gente a parlare di un pioppo.
In tutte le interviste fatte, abbiamo cercato di rispettare al massimo il modo di esprimersi degli intervistati, la loro foga e molto spesso le convinzioni acquisite negli anni.
Sui comitati spontanei, le opinioni sono divergenti; molti affermano che essi ci furono e anche in numero superiore di uno. Ma almeno di uno esibiamo esistenza certa.
Come rileverete dalla documentazione, riprodotta quasi fotograficamente, si tratta di due risposte, redatte in date diverse, spedite al Signor Guerino Porta, da noi intervistato, che gentilmente ce le ha concesse. 05 GENNAIO 1998
Colloquio con il Sig. PORTA Antioco Guerino, noto Guerino
Sul problema dell'autonomia di Marrubiu, secondo lei si era costituito qualche comitato o movimento di liberazione odi rivendicazione dell'autonomia?
Sà¬, l'avevamo costituito noi, qui.
Come movimento politico di partito? Come partito socialista italiano.
E gli altri partiti che c'erano allora?
Cera il partito comunista, ma il più che andava era il nostro, di cui io ero segretario.
Quanti eravate?
Eravamo molti: c'era.,. aspetti, adesso non mi ricordo. Avevamo costituito allora la sezione composta di cinque persone. Gli altri partiti, come la democrazia cristiana, non hanno fatto quello che abbiamo fatto noi, o per lo meno non lo possono dimostrare. Tant'è vero che suo padre (Agostino Pilloni) che era segretario, molte volte si consultava con me. Si era molto interessato; ma soprattutto c'era un altro molto interessato, che poi ha perso il posto (di lavoro). Come si chiamava?.., quel 'Orlando il furioso'. Quello con la gamba di legno, di Cagliari.., dunque, il marito di quella Giusti.
La moglie che assiste, interviene: 'Sorrentino, Orlando Sorrentino.'
Ma c'era anche un altro. Orlando Sorrentino era del Partito Sardo d'Azione... Giulio Pani, morto poi a Carbonia, che la moglie è Angela Frati, abitante a Cagliari.
yK' Quando sono iniziati i cosiddetti giorni di fuoco io non c'ero: ero a Nebida.
Quando poi hanno riportato i documenti da Terralba a Marrubiu, io già  non c'ero più.
Mi hanno cercato tantissime volte, perchè quelli di Terralba non volevano mollare il Comune... non ricordo nemmeno quando le donne di Marrubiu assaltarono la cabina elettrica, perchè non c'ero.
Com'era amministrato Marrubiu?
C'era uno di qui, certo Sechi, il Maresciallo Sechi, Salvatore Sechi; rappresentava Marrubiu nel consiglio di Terralba.
A Terralba il sindaco era Severino Lay.
Quante lettere avevate scritto, come Comitato?
Ne avevamo scritte molte. Ma chissà  dove sono adesso, dopo cinquant'anni.
Dovete poi interrogare Cicchiu Ardu (Francesco Ardu)... Ci chiedevamo, noi 'istrangius'. Ma porca la perchè qui deve comandare Camillo Cau, che è di Terralba, e noi di Marrubiu non comandiamo niente? E allora avevamo costituito la Lega, il cui primo Segretario fu Beniamino Cicu, e nel consiglio del Sindacato c'erR anche Beata Canu. C'era anche Sig. Murtas Eraldo?
Mi sembra di no. C'era Ziu Ninneddu Atzei (In realtà  non era più guardia, ndr) che
funzionava come guardia, veramente come messo comunale: era zio del Sig.
Ernesto Cappai. lo ricordo di avere fatto la sagrestia nuova della Chiesa di
Marrubiu...(1948)
 
ARTICOLO DI GIORNALE
 
Campane a stormo tra Marrubiu e Terralba
L'INSURREZIONE BIANCA SI E' COLORATA Dl SANGUE.r)
Un giovane ucciso da un carabiniere. Quattro agenti feriti, quaranta
manifestanti arrestati.
Le barricate sono state tutte rimosse.
L'insurrezione bianca si è colorata di sanguefl, dopo che la forza pubblica ha iniziato all'alba
a rimuovere le barricate che sbarravano i passaggi
nella zona di Marrubiu. Le operazioni sono state pacifiche sulle prime. Poi, quando gli agenti, superata Marrubiu, hanno mosso alla volta di Terralba, altre barricate si sono qui venute levando, con rapidità  febbrile, mentre le campane suonavano a stormo a chiamare a raccolta la popolazione. Barricate che si sono mantenute in piedi solo per poco, perchè gli agenti dovevano presto rimuoverle, in atmosfera turbolenta che andava oscurandosi
di tratto in tratto.
Sono volati alcuni sassi sul limite. La sassaiola
è stata fittissima. Due agenti dei carabinieri sono rimasti feriti; uno è stato giudicato guaribile in venti giorni.
Intanto, altri contingenti di polizia raggiungevano la strada verso Arborea dove erano state organizzate altre barricate. Stavano a presidiarle nuclei
ostili di manifestanti che non si mossero, allorchè non si ingiunse loro di allontanarsi.
Uno di essi, Trudu Terenziano (**) da Terralba, pare si sia lanciato contro un carabiniere,
il quale per intimorirlo sparava in aria. Il giovane arretrava di qualche passo, portando la mano alla tasca della giacca.
Allora fu sparato un secondo colpo,
che lo ferଠmortalmente.
Mentre lo si trasportava all'ospedale,
il giovane morà¬. Gli fu trovato in tasca una bomba a mano. Questa è una delle versioni del fatto. Ne circolano altre
cui si stenta a dar credito.
Certo è che sono stati operati quaranta
arresti e che l'ordine è stato ristabilito.
 
(**) Terenzino
(Da 'L'UNIONE SARDA' -
Domenica 14 Dicembre 1947)
(*) E' stata tralasciata volutamente una parolina: 'ieri'
 
Bibliografia
 
Autonomia del Comune di Marrubiu
 
a cura di DAVIDE PILLONI